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Liceo scientifico Temistocle Calzecchi Onesti di Fermo. Classe 4G.

giovedì 29 novembre 2007

uno stretto litorale che si è sviluppato lungo il margine esterno di rilievi collinari interrotti da torrenti che scendono in mare. Esso presenta le rocce sedimentarie di tipo argilloso, tali rocce con la pioggia si appesantiscono diventano plastiche e franano facilmente. I terreni argillosi inoltre, una volta saturi di acqua, diventano impermeabili è invece di assorbire le acque piovane, le lasciano defluire a valle in modo tumultuoso, accelerando ancora di più l'erosione.




Le piogge, a causa delle caratteristiche mediterranee del clima, sono concentrate in brevi periodi dell'anno, di solito in autunno e a primavera e generalmente sono violente.








La fascia costiera adriatica e il suo immediato retroterra sono caratterizzate da sabbie poco cementate e conglomerati di colore giallastro assai eterometrici, ricoprenti argille marine, le argille azzurre.




Queste formazioni rappresentano la parte finale del ciclo sedimentario autoctono e neoautoctono padano-adriatico che ha caratterizzato la cosiddetta avanfossa Marchigiano-Abruzzese; volendo rappresentare la struttura geologica delle zone da noi studiate, dobbiamo compiere l'analisi sedimentologica, per inquadrare meglio l'assetto geologico, a partire dal substrato argilloso di deposizione marina presente sotto tutto il territorio dei comuni del nostro studio. (4)




Durante l'emersione del Pleistocene inferiore si sono deposte sul substrato argilloso, delle sabbie stratificate alla base e successivamente della ghiaia di origine fluviale (cosiddetta sequenza di tetto). La successione stratigrafica quaternaria è rappresentata dal basso verso l'alto delle seguenti unità:






1)Argille grigio azzurre pleistoceniche:di argille grigie stratificate, alternate a livello sabbioso-siltoso, che presentano uno spessore di 10-15 cm nella parte alta e sottili veli sabbioso-siltosi che terreno si infittiscono man mano che si scende nella serie. Tale terreno di origine marina è presente solamente in ristrette zone a causa di abbondanti coperture detritiche superficiali. La loro giacitura delle argille è in direzione NNW-SSE con immersioni degli stati NNE e pendenze variabili da un massimo di 10 gradi ad un minimo di 1°-2° gradi.








2)Sabbie gialle stratificate:esse si presentano stratificate in discordanza angolare sopra le argille Pleistoceniche, hanno uno spessore variabile dai 30 ai 40 cm intercalati da livelli ghiaiosi, talora da livelli siltosi con cemento carbonatico; presentano una granulometria grossolana, sono ben addensate è poco cementate, possono generare pareti molto ripide.








3)conglomerati e ghiaie di tetto:chiudono il ciclo sedimentario le ghiaie poligeniche che sono in contatto erosivo sulle sabbie gialle stratificate; esse si distinguono in primo livello sabbioso-conglomeratico (ghiaie a cui fanno seguito lenti di argille verdi e gasteropodi con depositi travertinosi e quindi orizzontali ciottolosi e orizzonti sabbioso a laminazione piano-parallela con intercalazione calcarea); e un secondo livello conglomeratico (ghiaie con intercalato un livello travertinoso. La giacenza generale dei depositi (ghiaiosi e sabbiosi) è NW-SE con immersione costante di circa 2-3 gradi verso NE. Questa condizione di giacitura è molto importante per quanto riguarda sia la geomorfologia che l'idrogeologia. (5)

mercoledì 28 novembre 2007

Le coste a falesia sono coste alte caratterizzate da una scarpata rocciosa verticale a strapiombo sul mare, prodotta dall'azione erosiva diretta e indiretta del mare. In genere, sono costituite da rocce a stratificazione suborizzontale.La principale azione esercitata dal mare sulle coste alte e la demolizione operata dal moo ondoso.L'azione del moto ondoso è dovuta sia al martellamento delle onde stesse, sia al lancio contro la parete rocciosa della sabbia e dei ciottoli di cui l'onda si arricchisce in prossimità del lotorale. La forza demolitrice delle onde che di frangono e si ritirano è enorme. Le rocce subiscono una duplice azione, di compressione e di decompressione: sono dapprima fratturate, poi separate e divelte in blocchi e frammenti di tutte le dimensioni.





L'erosione meccanica e l'abrasione progressivamente asportano materiale dalla base della scarpata. In corrispondenza del livello medio del mare il battente d'onda provoca l'escavazione di un solco di battigia. Quando il solco diventa troppo profondo rispetto alla compattezza della roccia sovrastante, la parte alta della falesia perde l'appoggio e crolla. La rapida parete si ricostituisce un pò più indietro: la falesia arretra. Col procedere dell'erosione della falesia, al posto della scarpata crollata rimane una piattaforma rocciosa in parte soomersa leggermente inclinata veros il mare detta: piattaforma di abrasione. La gran parte dei materiali che derivano dalla demolizione della falesia e si accumula in mare in continuità con la piattaforma di abrasione e forma una sorta di terrazza di sedimenti. La piattaforma semisommersa smorza l'impeto del moto ondoso e rallenta il processo di erosione della falesia. Essa protegge completamente la falesia, che non viene più raggiunta dalle onde. Il processo di arretramento della falesia si ferma e si parla di falesia morta, che forma dal punto di vista geologico, il bacino marchigiano-esterno che costituisce l'area del nostro studio, (2)(3)

martedì 20 novembre 2007

neozoico.....




Il Neozoico (dal greco neon= nuovo e zòion= animale) è l'era geologica attuale, la cui flora e fauna sono formate da gruppi tuttora viventi e dai loro immediati progenitori.
L'inizio dell'era è fissato a 1.8 milioni di anni fà. Data la brevità del Neozoico, non è possibile suddividerlo secondo i metodi classici della stratigrafia. La suddivisione in due epoche Pleistocene (pleistos= moltissimo; e koinos= recente), prende come riferimento il più recente ritiro delle grandi calotte glaciali circa 10.000 anni fa. Al di là dell'importanza geologica, questa data segna soprattutto l'avvio della trasformazione neolitica, con l'avvento dell'allevamento e della metallurgia e la nascita delle prime civiltà umane. Nel Neozoico le catene montuose assunsero la conformazione attuale.
Durante il Pleistocene i ghiacci si estesero a più riprese nell'emisfero boreale, ricoprendo sotto una spessa coltre vaste aree. Circa le cause di queste glaciazioni sono state proposte varie ipotesi oggi si propende ad ammettere che siano in gran parte dovute a fenomeni astronomici. In Europa si succedettero 5 glaciazioni, in Italia sono ben documentate 3 glaciazioni. Ciascuna di queste fasi glaciali fu separata dalla successiva da una fase relativamente calda detta "periodo interglaciale" i cui ghiacci si ritrassero considerevolmente. Le maggiori manifestazioni delle espansioni glaciali si ebbero nell'emisfero boreale, con due enormi calotte continentali estese sull'America settentrionale e sull'Europa centrosettentrionale.
Le glaciazioni ebbero un forte impatto sulle linee di costa. Trasgressioni e regressioni si alternarono durante il Pleistocene, mentre nell'Olocene: si assistette a un continuo aumento del livello marino. Durante la massima estensione glaciale il livello marino si trovava più in basso dell'attuale di oltre 100 metri. Vaste porzioni della piattaforma continentale rimasero così scoperte in Italia l'Adriatico iniziava all'altezza di Pescara, mentre i fiumi incidevano i terrazzi fluviali e scorrevano solchi che oggi formano canyon sottomarini. La diminuzione del livello del mare e la presenza dei ghiacci consentirono collegamenti tra Asia e America e tra Asia meridionale e isole dell'Indonesia. Sulle coste la variazione del livello del mare produssero i terrazzi marini. Nell'Olocene, con la fine della glaciazione si stabilirono i clima attuali e si formano i deserti. Le coste dei continenti assunsero l'aspetto attuale.(1)

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