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Liceo scientifico Temistocle Calzecchi Onesti di Fermo. Classe 4G.

venerdì 29 febbraio 2008

Fenomeni Sismici e Franosità

La parte più esterna della terra, la crosta terrestre, è formata da parti di roccia solida in scorrimento l'una rispetto all'altre propulse da enormi forze endogene indotte dalla dinamica del globo terrestre. Questi movimenti avvengono grazie all'esistenza di un gran numero di discontinuità (fratture) più o meno estese e bordi di placche tettoniche,tra cui avvengono continui aggiustamenti causati dagli anzidetti dinamismi. Laddove le placche tendono ad allontanarsi, la crosta terrestre si assottiglia fino a smembrarsi lungo le cosìddette dorsali medio-oceaniche. Nelle zone in cui le placche convergono, invece si verifica un ispessimento della crosta terrestre e conseguentemente l'innalzamento di intere catene montuose (Alpi, gli Appennini ecc).
Il movimento delle masse rocciose lungo le faglie, all'interno della crosta terrestre, può innescare delle tensioni che possono deformarla. Se queste tensioni superano il limite di rottura le rocce si rompono e si ha una dispersione di energia elastica sotto forma di vibrazioni o di impulsi acustici simili ad un'esplosione. Quando queste vibrazioni o onde sismiche raggiungono la crosta terrestre, viene avvertito il terremoto e gli effetti che la scossa produrrà in superficie. Le scosse possono prodursi a profondità variabili da qualche chilometro a qualche centinaia di chilometri all'interno della terra. Il punto dove avviene la rottura della roccia prende il nome di IPOCENTRO del terreno, la sua proiezione alla superficie terrestre viene detta EPICENTRO. La forza del terremoto può esprimersi in diverse maniere. All'ipocentro viene indicato come magnitudo, la misura strumentale proporzionale all'energia liberata al momento della rottura. Esso dipende dalle caratteristiche della roccia e dalla quantità di energia accumulata. Viene espressa mediante una scala di nove valori scala RICHTER.
L'intensità del sisma in superficie dipende dalle modalità di propagazione dell'onda attraverso le rocce. Essa si esprime mediante l'intensità Macrosismica, una scala di valori fondata sulle conseguenze direttamente rilevabili nella regione colpita dal sisma es. (danni ai fabbricati, modificazione della superficie del suolo, ecc). I differenti valori di intensità sismica sono stati espressi, in origine, da Giuseppe Mercalli in una scala comprendente 12 livelli di intensità crescente.
Per rappresentare gli effetti del terremoto all'interno dell'area colpita si tracciano le curve dette ISOSISME. Quando si verificano rapidi movimenti del fondo marino associati a scosse sismiche, frane, eruzioni vulcaniche, si producono enormi onde di marea o Tsunami che si propagano sulle aree costiere.
Abbiamo descritto che cosa sono i terremoti, poichè lo studio dei fenomeni franosi di un territorio, oltre a dipendere dalle caratteristiche geologiche e morfologiche precedentemente analizzate, può avere una ripercussione sismica nei confronti del territorio.
Una scossa sismica favorisce l'attivazione di un movimento franoso o può creare di presupposti per una pericolosità potenziale, innescando uno dei tanti fattori occasionali per cui si può avere un movimento franoso senza che le informazioni geomorfologiche lo rendessero prevedibile. La sismicità dell'area marchigiano-abruzzese è distribuita su due fasce dell'andamento pressochè parallelo alla catena Appenninica.
La zona Appenninica è caratterizzata da alti valori di sismicità, mentre la zona lungo la costa adriatica è caratterizzata da bassi valori dell'attività sismica; nella zona costiera, i maggiori terremoti avvenuti dopo il 1000 d.c. fino al 1970 hanno avuto una intensità epicentrale intorno a 7 MCS con eventi a volte molto localizzati e a volte interessanti aree più estese. Per quanto riguarda il tratto di costa da Grottammare a Torre di Palme, studiato nel presente progetto, si può affermare che l'attività sismica è stata poco consistente e non ha avuto grosse responsabilità nell'elevata franosità dell'area.
Comunque bisogna considerare il rapporto che esiste tra geologia e rischio sismico.
E' noto, come la diversa consistenza dei terreni può condizionare gli effetti di un terremoto e di conseguenza anche la distribuzione dell'intensità sismica.
Ad esempio nei litotipi poco consolidati, ad una diminuzione della velocità di propagazione delle onde sismiche corrisponde un incremento dell'intensità sismica. I terreni poco coerenti come le sabbie, le argille, le ghiaie, le alluvioni fluvio-lacustri, i depositi litoranei, le rocce compatte ma profondamente alterate, sono molto più pericolosi dei terreni solidi e non disgregati.
La profondità e la giacitura del substrato, le differenti facies litologiche, morfologiche e tettoniche, condizionano la variazione di intensità delle onde sismiche. Questo porta a considerare che, seppure il territorio studiato sia a bassa sismicità, per la costituzione geologica dei terreni esiste un rischio sismico.(12)

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